Pulite sempre bene i vostri flipper, e non ve ne pentirete. Specie nelle zone nascoste, come sotto al ‘bottom arch’, il metallo che trattiene i foglietti di istruzioni, e copre la buca dove si perde la pallina, in fondo al piano di gioco. In questa zona del piano si trova in genere il nome ed il numero di modello del flipper, stampato sul legno per poterlo riconoscere quando stoccato in magazzino; non tutti i magazzinieri sono esperti di flipper, e non tutti sono in grado di riconoscere di che piano si tratta solo esaminando sul fianco gli anelli nel legno che lo compongono
Poi, specie nei Bally/Williams anni ’90, troverete un inserto in plastica colorato, di solito tondo. No, non ci andava nessuna lampadina li’ sotto; l’inserto serviva per fare un test sul “Diamond Plate”, il trattamento di lucidatura e di protezione, e controllare se aveva aderito bene anche sulle plastiche appunto degli inserti. In pratica, un piano a caso ogni tanto veniva preso dopo il trattamento, e si grattava con un cacciavite sopra una plastica per vedere se era tutto a posto. Questo ovviamente rendeva il piano inutilizzabile, da qui l’idea di inserire un inserto inutile in una zona nascosta, per poterlo graffiare senza per questo rendere il piano inservibile.
Ma se siete davvero fortunati, potreste trovare messaggi e annotazioni. Come nel caso di questo “Theatre of Magic”, l’ultimo della linea di montaggio, che il designer John Popadiuk ha firmato, nel lontano 1995, con la dedica “Final Game – John Popadiuk – 26 giugno, 1995”. Magari possedete un flipper con un messaggio nascosto, e non lo sapete perche’ non lo avete mai pulito a fondo, come invece meriterebbe ogni flipper…
(altri interessanti disegni o messaggi nascosti nei flipper li trovate nella sezione “Flipper Pinball Trivia“!)
Io ho iniziato a pulirli da quando hai pubblicato l’altro post, quello che dice che si potrebbe trovare dei residui di cocaina, ah ah ah 😉
…oddio, non lo dicevo io, ma lo diceva Dirk Hamilton, ed immagino si riferisse ai flipper si’, ma solo quelli in _certi_ locali 😉 …
“These were the cocaine days. Everybody was doing it. You could find cocaine between the modules of every studio’s consoles. All you had to do was unscrew and scrape. It was the same for pinball machines, but they were a lot harder to get apart”
Dirk Hamilton, “Making “Thug of Love””