I “piatti del buon ricordo”, nati negli anni ’60 in Italia per promuovere e pubblicizzare perlopiù ristoranti caratteristici, erano un classico fino almeno agli anni ’80, e venivano donati ai clienti più affezionati, talvolta anche in versioni personalizzate per ricordare raduni ed eventi. Fatti a mano, erano particolarmente diffusi nella zona di Faenza, dove storicamente tutto quello che è ceramica gode di particolare attenzione.
Presso la collezione TILT, non mancano alcuni esemplari di questo oggetto caratteristico del territorio, ovviamente relativo ai giochi automatici. Nella foto sopra, ad esempio, un piatto del buon ricordo dato appunto come ricordo ai partecipanti ad una riunione della delegazione Emilia-Romagna della SAPAR (l’associazione di categoria). Essendo fatti a mano, uno per uno, ovviamente poteva scapparci l’errore; in questo caso, c’è scritto “delgazione” invece di delegazione, a conferma della genuinità del pezzo.
Questo invece, fronte e retro, è curiosamente un piatto del buon ricordo non italiano, ma Made in USA, distribuito dalla Bally/Midway nel 1983 per ricordare il taglio del nastro inaugurale dei loro nuovi stabilimenti, da cui poi uscirono migliaia di flipper e soprattutto (visto il periodo) videogiochi. Non è fatto a mano, è una normale serigrafia; è la prima volta che vediamo usare un piatto, e non la canonica “mug”, la tazza. Non sappiamo se venne distribuito in occasione del rinfresco o addirittura di un pranzo, ma è sicuramente un oggetto curioso…