Medieval Madness – THE END – part 3

Dopo una lunga attesa durata alcuni mesi, sono riuscito ad iniziare una nuova partita senza alcun segnale di errore da parte della centralina di controllo; per chi ha già capito cosa voglia dire questo risultato… ho terminato il flipper in ogni sua parte elettronica e meccanica!!!

Quindi riprendiamo un po’ dalla “part 2” precedentemente pubblicata; intanto ringrazio per l’attesa chi ha continuato a leggere i miei due articoli in attesa del terzo ed ultimo. Un lungo lavoro durato da Gennaio di quest’anno che mi ha dato grandi sofferenze ma soprattutto soddisfazioni. Non dico che il flipper sia perfetto al 100%, ma funziona e si può giocare tranquillamente tutte le partite che si vogliono, tralasciando ogni tanto qualche “bug” di costruzione che ancora devo perfezionare.

Ci eravamo lasciati con la promessa di costruire qualcosa di più completo quindi incomincerei dalla realizzazione del cassone anche se di per certo non rispecchia la cronologia reale dei miei lavori. Recatomi dal solito Brico Center di fiducia, ma va bene qualsiasi falegname artigianale, mi sono procurato le parti di legno da assemblare di compensato grezzo. Per la parte della testata ho pensato bene di recuperare e restaurare quella già in mio possesso di uno dei FIRE! che giacevano in box inutilizzati. Dapprima il normale assemblaggio con colla e chiodi, a seguire la verniciature del fondo con vernice spray, l’acquisto delle copie delle decals originali e dulcis in fundo l’applicazione al cassone con spatola in plastica per togliere ogni bolla formatasi. Il lavoro è stato più facile del previsto anche se la foratura delle spalle laterali ove poggia la guida in plastica del vetro ha richiesto un po’ di inventiva e pazienza; per la foratura delle gambe è bastato un normale trapano a punta lunga, andando a forare dall’interno verso l’esterno in modo da avere l’inclinazione giusta senza rovinare l’angolatura esterna. Se avessi fatto il foro dall’esterno avrei fatto sicuramente un gran danno. Qualche foto dimostra già i suoi frutti!!!

 

A seguire, la parte più delicata e complessa, che ha richiesto numerose varianti e modifiche onde affinare al meglio i meccanismi che danno vita al piano del flipper. Dalle foto, anche se di piccole dimensioni, si può intuire qualche indizio. I semplici meccanismi come gli slingshots, i bumpers, etc… sono un applicazione delle parti di default di un qualsiasi flipper, mentre molti altri hanno richiesto tempi di lavorazione più lunghi. Il ponte levatoio per esempio utilizza il motorino del tubo rotante infuocato del FIRE! per chi conosce questo flipper, montato su basi di sostegno in plexiglass che ho trovato essere un materiale molto resistente, in alcuni casi, malleabile e duttile a più scopi. La catapulta, la prima foto a partire da sinistra, ruota attorno ad una comunissima piastra preforata che permette appunto di spostare con estrema facilità i meccanismi in fase di montaggio per adattare al meglio la spinta della bobina e posizionarla all’altezza giusta di inserimento nel piano. Durante questa fase, il piano è stato collaudato con il test di serie dei solenoidi per verificare che le schede funzionassero adeguatamente e che i magneti riuscissero nel loro intento di modificare la traiettoria della Pinball o di muovere il meccanismo giusto.

Un occhiata particolare alle schede del lanciapalle che montano tutti i chip di controllo per evitare di avere lungaggini di cavi inutili e concentrare su di un unica scheda tutta la parte elettronica. Si poteva fare di meglio, ma il risultato è buono visto che in definitiva fa il suo lavoro; notare che anziché usare una gabbia di ferro che ritiene le pinballs ho preferito usare anche qui il plexiglass che con la pistola termica può deformarsi a proprio piacimento, ottenendo le curve caratteristiche di contenimento di cui necessita.

Purtroppo qualche meccanismo dopo il primo collaudo si è fritto, vuoi perché usavo bobine sbagliate, vuoi per errori di costruzione,… quindi tra una rottura e l’altra sono riuscito ad avere una situazione di stasi.

 

 

Di seguito non c’è sotto senza sopra! Recuperando vari pezzi dal FIRE! e alcuni pezzi originali, quali plastiche, rampe, … tutte quelle parti che non potevano essere replicate o riadattate, con estrema calma ho diviso il piano in settori e analizzando le foto su internet degli smontaggi e rimontaggi di altri proprietari del medieval, reinterpretando le varie soluzioni mantenendo ove possibile lo schema originale e variando ove i pezzi non mi permettevano di avere gli stessi meccanismi. Il punto cruciale è che imitazione o no dovevano ad occhio apparire il più vicino possibile alle soluzioni originali. Il continuo collaudo di luci e interruttori mi ha portato via parecchio tempo, anche perché un conto è provare il piano in verticale, come si vede dalle foto, un conto è poi averlo con l’inclinazione giusta nel cassone. Detto così sembra facile, ma vi assicuro che i mesi sono passati…

E’ più facile smontare e rimontarne uno già fatto, che prendere le misure, montare una vite e vedere che non va bene e doversi ritrovare a rismontare il tutto.

Non voglio ricordare quanto tempo ci ho messo per fissare il piano al cassone! Non avendo i fissaggi originali e non volendo spendere una fortuna per acquistarli, ho riutilizzato delle guide “appendiabiti”, come quelle dei cassetti delle cucine. Resistenti al peso, scorrevoli per permettere il movimento avanti e indietro del piano durante l’apertura. Ma siccome ho avuto la brillante idea di fare tutto col piano quasi finito, il peso era molto ELEVATO!!!

 

Posizionato il piano con la dovuta inclinazione nel cassone, cominciano i collaudi definitivi prima di montare altre parti. Parecchi problemi li ho avuti con la catapulta che per un errore di posizione non voleva saperne di funzionare come doveva. Stessa sorte per il ponte levatoio che ho rifatto per ben tre volte sprecando tubolari in ferro e rivetti di chiusura a go go. Il gate del castello non voleva saperne di aprirsi e le bobine dei gates superiori si sono bruciate dopo qualche utilizzo. Quando, dopo svariati tentativi, ero certo che le cose funzionassero come dovevano mi sono dedicato alla costruzione delle rampe, inizialmente acciaio non trattato, piegato a mano o con le pinze, saldato con saldatrice MIG e riverniciato d’oro. Certo, un bagno d’oro sarebbe stato più indicato nel tempo, ma diciamolo, il lavoro non è perfetto e non si parla di restauro di un prodotto originale… al diavolo le imperfezioni. L’ importante è che funzioni e renda l’idea!

Piano piano che le rampe procedevano vedevo sempre più vicina le fine di questo mio primo lavoro di replica. I troll, di cui non capivo bene il funzionamento, mi hanno allungato un po’ i tempi pensando che le bobine non avessero sufficiente forza per tenere in piedi un blocco, quello dei trolls, molto pesante. Ovviamente mi sbagliavo! Una volta assemblati nella maniera corretta le due teste stavano sul piano in attesa di esser colpite da qualche bella mazzata con le palette.

Il drago originale è stato rimpiazzato da un più bel drago a due teste con tanto di fiamme che escono dalla bocca.

Alla fine, con un dremel, un trapano e la saldatrice MIG ho eseguito quasi tutte le operazioni di montaggio e finitura delle varie parti.

 

Vi ringrazio per la pazienza che mi avete concesso e spero il progetto vi sia piaciuto. Prima di lasciarvi con una bella foto generale del lavoro finito, anche se alcune cose sono ancora da definire, vi preannuncio di rimanere incollati qui su spazio tilt, perché a breve posterò un link al video del medieval in funzione.

In attesa del mio prossimo progetto, sempre una replica del più bel flipper al mondo.. come recita la voce femminile che accompagna il giocatore nell’arena di un circo… molto elettrizzante…  vi saluto!

 

 

 

 

 

 

2 thoughts on “Medieval Madness – THE END – part 3

Leave a Reply