Bally “The Champion” (Bally, 1952)
‘Champion’ è il nome del cavallo che appare insieme all’attore Gene Autry, cowboy cantante, in decine di film USA di quegli anni, da noi pressoché sconosciuti. Ma non era sconosciuto il telefilm “Furia”, una produzione americana anni ’50 e ’60, andata in onda in Italia in bianco e nero nel 1977 sul primo canale (dei due disponibili) RAI; e così il gioco, uno dei primi ‘dondolanti’ (“kiddie rides”) arrivato in Italia negli anni ’60, di solito di seconda mano dalla Francia e dalla Germania, divenne molto popolare tra i bambini dell’epoca, in breve il più copiato dai costruttori nostrani.
Ma le copie erano ben poca cosa rispetto all’originale. La sella di “Champion” è infatti una sella vera, in legno e cuoio; metà anni ’70 ancora era possibile trovare a Bologna, zona ippodromo, un sellaio a cui farla riparare.
Anche le redini hanno una loro funzione: tirando, il cavallo ‘morde il freno’, cioè rallenta. Se le lasciamo andare, Champion parte al galoppo veloce.
Anche troppo veloce, per i bambini di città degli anni ’70; probabilmente, quando il gioco uscì, vent’anni prima, saper andare a cavallo era una pratica comune. Negli anni ’70, accadeva invece che alcuni bimbi si spaventassero per la velocità, e presto questa funzione venne disabilitata quasi ovunque.
Non era difficile trovare questo gioco nelle sale giochi al mare ancora negli anni ’80, magari malamente riverniciato, la sella ormai un pallido ricordo dello splendore che era in origine. Purtroppo, in quegli anni, al povero Champion toccava spesso subire l’affronto finale: l’aggiunta in groppa di una pistola fissata con due bulloni, e di una vetrinetta davanti al muso dove scorrono soldatini, indiani ed altri personaggi. Ormai i bambini non si accontentano più di cavalcare e basta, serve dargli altro da fare in contemporanea; sparando con la pistola, possono giocare a cowboy ed indiani, con i personaggi che scorrono e scompaiono in basso quando colpiti (non è in realtà necessario mirare, ma questo i bambini non lo sanno).
A Bologna, anni ’70, “Champion” lo si poteva trovare sotto il portico di via Ugo Bassi, fuori da un bar che si trovava dove oggi c’è la pizzeria Altero, ed era un appuntamento imprescindibile della domenica mattina; al bar il papà prendeva il caffè, cambiava qualche moneta, e il bambino faceva la fila, insieme ad altri bambini provenienti da ogni zona della città, per cavalcare “Champion” al modico costo di 50 lire per un minuto di cavalcata.
Abbiamo in collezione un “Champion” (non è quello della foto…!) che promettiamo di cercare di restaurare, quando avremo di nuovo una sede; ed abbiamo pure già trovato un sellaio disponibile a mettere mano alla sella. Siamo anche disponibili a spiegare ai bambini di oggi come funziona, lasciando ai genitori invece il compito di selezionare “Furia” di Mal nel jukebox, e spiegare come sia possibile starci anche in tre.
ps. Se ne avete uno da vendere, anche malridotto, fateci sapere, che i ricambi servono sempre!
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