La “banana flipper”, utilizzata in due flipper Williams nel 1978-79, “Disco Fever” e “Time Warp”, è composta di due parti; una paletta in plastica rigida, sulla quale va installato il cappuccio in gomma giallo. Ovviamente, esiste paletta+cappuccio destro, e paletta+cappuccio sinistro.
Totale insuccesso, anche perché obiettivamente difficile da gestire per i giocatori (in pratica, si riescono a fare dei gran tiri di rovescio, e basta).
Spesso, gli stessi noleggiatori le sostituivano con palette normali, e comunque, durante la produzione del “Time Warp”, fu la stessa Williams a smettere di montarle, preferendo usare il modello solito. Il cappuccio di gomma di ricambio era comunque impossibile da trovare, in Italia, e chi ne aveva bisogno si trovava costretto ad inventare soluzioni estemporanee, una volta buttato il cappuccio di gomma perché irrimediabilmente consumato; ad esempio, c’era chi applicava gommapiuma adesiva direttamente sulla plastica rigida, e cose del genere.
Ma perché la Williams ebbe una tale malsana idea? Innanzitutto, erano anni di sperimentazione, il successo e la diffusione dei flipper permettevano ai costruttori ed ai designer di tentare nuove idee, anche se sul momento potevano magari sembrare improbabili. Nello specifico, la Williams stava progettando un gioco dedicato al “Jai-Alai”, uno sport praticato con racchette a forma di cucchiaio, da noi forse (forse) più conosciuto come “pelota basca”, che in USA in quel periodo stava incontrando una certa popolarità.