Bally “The Champion” (1952)
‘Champion’ è il nome del cavallo che appare insieme all’attore Gene Autry, cowboy cantante, in decine di film USA anni ’50. Piu’ o meno di quel periodo, ma andato in onda in Italia negli anni ’70 in bianco e nero sul primo canale (dei due disponibili) RAI, è anche il telefilm “Furia”. Mentre ‘Ride the Champion’ è il gioco Bally, uno dei primi ‘dondolanti’ (“kiddie rides”) ad arrivare in Italia negli anni ’60, di solito di seconda mano dalla Francia e dalla Germania, destinato a divenire molto popolare tra i bambini dell’epoca, in breve il più copiato dai costruttori nostrani.
Ma le copie erano ben poca cosa rispetto all’originale. La sella di ‘Champion’ è infatti una sella vera, in legno e cuoio; metà anni ’70 era ancora possibile trovare a Bologna, zona ippodromo, un sellaio a cui farla riparare.
Anche le redini hanno una loro funzione: tirando, il cavallo ‘morde il freno’, cioè rallenta. Se le lasciamo andare, ‘Champion’ parte al galoppo veloce.
Anche fin troppo veloce, per i bambini di città; probabilmente, quando il gioco uscì, vent’anni prima, saper andare a cavallo era una pratica comune. Ora, invece, accadeva che alcuni bimbi si spaventassero per la velocità, e presto questa funzione venne disabilitata quasi ovunque in Italia.
Non era difficile trovare ‘Champion’ nelle sale giochi al mare ancora negli anni ’80, magari malamente riverniciato, la sella ormai un pallido ricordo dello splendore che era in origine. Purtroppo, in quegli anni, al povero ‘Champion’ toccava spesso l’affronto finale: l’aggiunta in groppa di una pistola fissata con due bulloni, e di una vetrinetta davanti al muso dove scorrono indiani ed altri personaggi. Ormai i bambini non si accontentano più di cavalcare e basta, serve dargli altro da fare in contemporanea; sparando con la pistola, possono giocare a cowboy (i buoni) ed indiani (i cattivi), con i personaggi che scorrono e scompaiono in basso quando colpiti (non è in realtà necessario mirare, ma questo i bambini non lo sanno).
A Bologna, negli anni ’70, ‘Champion’ lo si poteva trovare sotto il portico di via Ugo Bassi, fuori da un bar che si trovava dove oggi c’è la pizzeria Altero, ed era un appuntamento imprescindibile della domenica mattina; al bar il papà prendeva il caffè, cambiava qualche moneta, e il bambino faceva la fila, insieme ad altri bimbi provenienti da ogni zona della città, per cavalcare ‘Champion’ al modico costo di 50 lire per un minuto di cavalcata.
Abbiamo in collezione un ‘Champion’ che promettiamo di cercare di restaurare, quando avremo di nuovo una sede; ed abbiamo pure già trovato un sellaio pronto a mettere mano alla sella. Siamo anche disponibili per far vedere ai bambini di oggi come funziona il movimento di ‘Champion’, lasciando ai genitori invece il compito di selezionare “Furia” di Mal nel jukebox e spiegare come sia possibile che su Furia si stia anche in tre.
ps. Se avete un ‘Champion’ da vendere, anche malridotto, o parti sfuse, fateci sapere, che i ricambi servono sempre!
ps2. se avete foto, vostre o no, di bambini che cavalcano ‘Champion’, ‘Furia’ o simili attrazioni, meglio se dell’epoca, contattateci!
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